Storie delle famiglie
12/07/2022
Il nostro porto sicuro
IL LUNGO PERCORSO DI MIA VERSO LA NORMALITÀ
Siamo Valentina e Davide e siamo qui da un mesetto circa perché la nostra bimba, Mia, nata il 10 febbraio, a causa di un’ernia diaframmale ha dovuto subire un intervento al Meyer un paio di giorni dopo la nascita. Per fortuna l’intervento, anche se abbastanza lungo, è andato bene. Mia piano piano si sta riprendendo, e ogni giorno notiamo i grossi passi avanti che sta facendo… adesso è più attiva, ci guarda quando le parliamo, segue gli oggetti ed è molto attenta a tutto… sembrano cose piccole, ma per noi sono miglioramenti enormi e per questo siamo molto fiduciosi! Chiaramente è un percorso lungo e faticoso; ogni giorno ci vengono date tante informazioni rispetto alla sua patologia, in quanto i medici ipotizzano che il problema sia genetico e che questo possa portare a ulteriori complicazioni: è dura, ma qualunque cosa verrà fuori dalla diagnosi siamo pronti ad affrontarla. Ovviamente il nostro desiderio più grande è quello di poterla riportare presto a casa con noi e iniziare finalmente la nostra nuova vita in tre, perché da quando è nata siamo sempre stati in ospedale e non vediamo l’ora che lei stia bene e che si possa tornare alla normalità.
QUALCUNO SEMPRE ACCANTO
Siamo arrivati a Casa Ronald Firenze tramite i servizi sociali del Meyer, ma solo dopo un paio di settimane dal nostro arrivo a Firenze. Prima di arrivare qui, siamo stati in due appartamenti diversi ed è inutile dire quanto tutto ciò abbia ulteriormente gravato sulla nostra situazione: stare lontani da casa e doverci far carico di tutte queste spese non è stato semplice. Poi, quando dal Careggi ci hanno spostato al Meyer, le assistenti sociali ci hanno proposto di fermarci a Casa Ronald. Inizialmente – racconta Valentina - sono entrata io da sola, mentre Davide mi ha raggiunta qualche giorno dopo. L’arrivo qui è andato bene, ho trovato le persone dello Staff molto gentili e, anche solo per una chiacchiera al rientro serale, dopo aver passato una lunga giornata in ospedale: questa accoglienza ha fatto sì che non mi sentissi mai spaesata, nonostante qui fosse tutto nuovo per me. Anche io - aggiunge Davide – che per motivi di lavoro vengo qui solo durante il fine settimana, sono molto più tranquillo da quando Valentina è a Casa Ronald, non solo perché è vicinissima al Meyer, ma anche perché so che qui non è sola, e il fatto che possa sempre avere qualcuno accanto, pronto ad aiutarla in caso di necessità o anche solo a scambiare quattro chiacchiere, ci fa sentire entrambi molto più tranquilli. È proprio un porto sicuro, e di questo siamo felici e grati.
È COME TORNARE A CASA
Sicuramente, quando torneremo a casa con Mia, porteremo nel cuore tutte le persone che abbiamo incontrato durante questo nostro percorso: sia i medici e gli infermieri del Meyer che si prendono cura della nostra bimba, diventata ormai la mascotte della terapia intensiva, che le persone che abbiamo conosciuto a Casa Ronald: lo Staff che ci ha accolto e che ogni giorno ci sta accanto con delicatezza e senza essere mai invadente, capendo quando è il momento di parlare e quando invece abbiamo bisogno di rimanere da soli, e le famiglie, con le quali è sempre bello scambiare quattro chiacchiere, magari in cucina mentre prepariamo la cena; siamo tutti sulla stessa barca, tutti con i nostri piccoli in ospedale, e poterci confrontare è sempre un grande conforto. Da quando siamo arrivati, Casa Ronald per noi è famiglia, è casa. Non è casa nostra, certo, ma è un posto in cui ti senti a casa, ti senti bene e stai tranquillo, riuscendo anche a staccare la testa dall’ospedale. Qui sai che qualsiasi cosa accada c’è sempre qualcuno con cui parlare o a cui raccontare come stanno andando le cose… è come tornare a casa propria, la sera, dopo una giornata pesante… una casa con dentro delle persone che tengono a te!
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